Si è tenuto in questi giorni surreali il primo Consiglio comunale della nuova amministrazione. Maggioranza e opposizione si sono confrontati su diversi temi. Ben 28 i punti all’ordine del giorno che sono stati completati solo nel pomeriggio di giovedì scorso.
Eletti il presidente del Consiglio comunale, che sarà l’esponente del Partito democratico Adriano Castaldo, ed il suo vice, Pasquale Ascione, rappresentante di Fratelli d’Italia. Un aspetto è subito stato chiaro, anche se in realtà si tratta di una strada intrapresa ormai da mesi. Stiamo parlando dell’alleanza tra centrosinistra e Movimento 5 Stelle alla quale si è aggiunto (entrando tra l’altro a gamba tesa) il gruppo di centrodestra.
Di fatto siamo di fronte ad una maggioranza molto ampia ma, per questo, anche piuttosto eterogenea. Culture politiche diverse e idee spesso contrastanti su argomenti fondamentali che si uniscono per gestire la città. Un’unione forzata, studiata a tavolino, di certo non quella che gli elettori avrebbero auspicato.
L’intera opposizione, o meglio la vera opposizione composta da non più di 7 consiglieri, durante la prima Assise della nuova amministrazione ha sottolineato la pericolosità di un rapporto che sarà difficile da tenere in piedi, di un’alleanza che gli elettori non avrebbero voluto e che pure si è concretizzata.
Quell’alleanza palese eppure tenuta ufficialmente ‘nascosta’ dagli stessi protagonisti. Dopo le elezioni è accaduto quello che tutti sapevano anche se la speranza era che questo epilogo non si concretizzasse: a tenere le redini in mano è oggi il centrodestra, con l’ex candidato sindaco Giuseppe Pietro Maisto ed i consiglieri di Forza Italia e Fratelli d’Italia a farsi spazio tra maglie piuttosto intrecciate. Quel centrodestra già piuttosto presente in Giunta oltre che negli uffici dei Servizi sociali e che ora si fa largo anche nell’amministrazione.
Avrebbe dovuto essere all’opposizione ed è su quei banchi, ma in realtà è parte integrante della maggioranza. Una maggioranza fin troppo variegata, come mai accaduto. E allora la domanda sorge spontanea: chi comanderà tra Pd, M5S e Forza Italia? Come farà il sindaco a tenere unite queste parti così diverse tra loro? La sensazione è che la macchina amministrativa possa fermarsi da un momento all’altro e dunque, a farne le spese, sarebbe soltanto la città.
L’ex Sindaco Poziello, in una recente intervista, ha sottolineato come questa amministrazione sia in continuità con quella nefasta di Pianese, poi sciolta per infiltrazioni camorristiche. A partire dalla scelta di nominare Consiglieri delegati (cosa per altro da sempre osteggiata anche dallo stesso Pirozzi), all’applicazione dogmatica del manuale Cencelli le sovrapposizioni sono evidenti.
Senza dimenticare certi esponenti politici che formano e hanno determinato la nuova compagine di governo, oggi come allora protagonisti e azionisti di maggioranza, nonché “chiacchierati” nelle dichiarazioni del pentito del clan Mallardo, Giuliano Pirozzi. Non si capisce come l’elettorato del Movimento Cinque stelle possa aver avallato e come potrà nel tempo accettare tali incoerenze. Quando l’azione amministrativa entrerà nel vivo, come faranno i loro rappresentanti a far digerire determinati modus operandi già visti in passato?