Liternum è il “non plus ultra” delle contraddizioni. È un insieme di cultura, arte, natura e storia immerse però in un alone di mistero e di soldi mai spesi.
A partire da quando, grazie al “Por FESR Campania 2000-2006”, erano arrivati prima 480mila euro poi altri 2 milioni e mezzo. Non si è mai saputo quanti ne furono spesi ma soprattutto per cosa, visto che all’idea iniziale di investire nella manutenzione, nella realizzazione di un museo e di un’area ristoro non seguì mai niente di concreto.
Nessun progetto, dunque, solo un’idea, molto più probabilmente (forse) un semplice proclama per mettere a tacere qualche polemica di troppo per un gioiello totalmente dimenticato. Da quel momento, infatti, di quegli 85mila metri quadrati di storia si sarebbero perse di nuovo le tracce.
Tutti avrebbero dimenticato quelle mura, tutti tranne coloro che avrebbero deciso di viverci. E così si è costruito, senza nessun ostacolo, fino a creare due complessi di abitazioni, alcune delle quali avrebbero addirittura allargato la loro metratura con aree dedicate agli animali e orti privati.
Ma cosa ancora più incredibile è che oggi, a distanza di oltre vent’anni, i nuovi abitanti sembrano quasi vantare un diritto su quei terreni.
Una situazione paradossale, dunque, nella quale la tomba di Scipione e i resti del teatro sono ormai diventati monumenti al degrado e all’abbandono. Perché non si sarebbe mai attuato niente e i turisti sarebbero diminuiti anno dopo anno sempre di più.
L’atmosfera oggi è quasi spettrale, senza dubbio surreale perché è davvero difficile capire come sia stato possibile espropriare anni fa lotti di terreno senza provvedere all’esproprio per pubblica utilità delle aree occupate indebitamente. Punti interrogativi che restano e che si arricchiscono in tempi recenti.
Quando città Metropolitana concede un finanziamento per potenziare gli impianti di rifiuti in città e poi, qualche giorno dopo, assegna 200mila euro per sistemare Liternum. Un contentino forse, certamente una cifra irrisoria rispetto a quella di cui si avrebbe bisogno.
Intanto il sindaco Antonio Poziello, l’assessore Carla Rimoli, il dirigente comunale Filippo Frippa e il dirigente del Parco Archeologico della zona flegrea Filippo Demma hanno effettuato un sopralluogo nel sito e da lì sono usciti con idee molto chiare.
Non è impossibile, a questo punto, attendersi a breve scelte clamorose: e se il primo ‘nuovo’ provvedimento fosse un’ordinanza di abbattimento di quelle costruzioni abusive?