Cultura

Cappella di San Tammaro interna al Borgo di Casacella

Della Cappella ne fa menzione Agostino Basile, nel suo libro Memorie istoriche della Terra di Giugliano che la descrive quale Cappella beneficiale (ovvero realizzata con il contributo di un privato che ne poteva disporre l’utilizzo), sita all’interno del Borgo di Casacella che era una Grancia, una sorte di Masseria, dei Padri Certosini di San Martino di Napoli, attorniata da circa 300 moggia di terra (un moggio è pari a 4.280 mq), coltivati da due Monaci (1).
Inoltre, essa viene citata, allorquando Basile parla della giurisdizione territoriale della parrocchia di San Giovanni Evangelista in San Giovanni a Campo (che fino al 1623 era situata presso la Chiesa di Maria SS. delle Grazie), parrocchia che fu in origine molto vasta, comprendendo parte degli attuali Comuni di Villaricca (all’epoca Panicocoli) e di Qualiano, fino alla spiaggia di Cuma, ed avendo competenza sulle Cappelle, adesso non più esistenti, di San Nullo, di Licola, di Patria, di San Tammaro a Casacelle, di Marra (sita a via Ripuaria quasi all’incrocio con via Carrafiello) e di Casacognano (sita a via Santa Maria a Cubito in zona Mercato Ortofrutticolo) (2).
Mons. Francesco Riccitiello, nel suo libro Giugliano in Campania – Radici storiche di cultura e civiltà, parlando di San Tammaro, ci ricorda che esso era venerato nella Grancia di Casacella dei Padri Certosini che lì avevano una loro piccola comunità (3).
La Cappella, che è stata chiusa al culto negli anni ’60, ha una conformazione rustica. La facciata principale è molto semplice e spoglia, caratterizzata solo dal portone d’ingresso, sormontato da un finestrone rettangolare. Essa è chiusa superiormente dal torrino campanario con due piccole falde, aventi la stessa inclinazione del tetto a due falde. Internamente una volte a botte sovrasta la piccola Cappella, dipinta rosa fino all’inizio della volta che invece è di colore bianco. Dietro l’altare (non più esistente), sulla parete di fondo, una piccola risega con un arco a tutto sesto sovrastato da una piccola croce dipinta in un pannello, incornicia un riquadro rettangolare, dove presumibilmente vi era una tela raffigurante San Tammaro. Sempre sulla medesima parete, una piccola apertura, ai cui lati vi sono due piccole nicchie, dà l’accesso ad un piccolo spazio utilizzato ad armadio, avente la funzione di ripostiglio per gli abiti talari ed il materiale ecclesiastico.

Note:
(1) Cfr. Agostino Basile, Memorie istoriche della Terra di Giugliano, Stamperia Simoniana, Napoli, 1800, pag. 283.
(2) Cfr. Ivi, pag. 201.
(3) Cfr. Francesco Riccitiello, Giugliano in Campania – Radici storiche di cultura e civiltà, Ed. Centro Studi A. Taglialatela, Giugliano, 1983, pag. 76.
Tradizionalmente si ritiene che Tammaro sia stato un vescovo di una località nordafricana, che in seguito alle persecuzioni dei Vandali sarebbe giunto in Campania e qui sarebbe poi stato vescovo di Atella o piuttosto di Benevento verso la seconda metà del V secolo (https://it.wikipedia.org/wiki/San_Tammaro. Ultimo aggiornamento 10.12.2017)