La Storia
La Chiesa è ubicata nell’estremo sud-orientale del Comune di Giugliano, al margine della strada che conduce a Melito, con la facciata rivolta ad occidente.
Inizialmente essa era denominata San Giovanni a Campo, essendo dedicata all’Apostolo ed Evangelista Giovanni, ed essendo situata lontano dall’abitato ed in aperta campagna (1). Essa probabilmente è la più antica di Giugliano, essendo risalente al X sec.; infatti la si ritrova citata quale “ecclesia S. Mariae ad Campensi” (Santa Maria a Campo), in un documento di epoca bizantina (2). La Chiesa sarebbe stata costruita sulle rovine di un tempio pagano, al bivio di una strada di origine Romana (via Madonna delle Grazie), ricca di vestigia archeologiche, che metteva in comunicazione, nell’antichità, la città di Atella con quella di Cuma (3). Nel Medioevo questa strada fu oggetto di contesa, rappresentando il confine tra il Ducato di Napoli ed il Principato di Capua (4); ai suoi margini, e nei fondi adiacenti, furono rinvenute numerose tombe di origine Romana (5).
La giurisdizione territoriale di questa parrocchia fu in origine molto vasta, comprendendo parte degli attuali Comuni di Villaricca (all’epoca Panicocoli) e di Qualiano, fino alla spiaggia di Cuma, ed avendo competenza sulle Cappelle, adesso non più esistenti, di San Nullo, di Licola, di Patria, di San Tammaro a Casacelle, di Marra (sita a via Ripuaria quasi all’incrocio con via Carrafiello) e di Casacognano (sita a via Santa Maria a Cubito in zona Mercato Ortofrutticolo) (6). La Chiesa nel 1276 era quasi diruta (7) e solo all’inizio del 1400, negli anni in cui venne dipinto, sull’altare maggiore, il quadro della Beata Vergine Incoronata, dovette essere modificata totalmente (8). Infatti la Chiesa custodiva un interessante polittico, realizzato nel 1419, raffigurante l’Incoronazione della Vergine tra i Santi Giovanni Battista (a destra) e Giovanni Evangelista (a sinistra). Il pannello di destra era successivo; infatti esso fu dipinto, da un ignoto autore, presumibilmente per sostituirne uno simile deterioratosi. Fino ad alcuni anni fa l’opera era custodita dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici, per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico per Napoli e Caserta (9), che recentemente ha cambiato denominazione, dopo il suo ritrovamento, avvenuto alcuni giorni il suo furto del 21 agosto 1978 (10).
Durante la visita del Vescovo di Aversa Pietro Orsini, avvenuta il 31 luglio 1532, la Chiesa aveva la forma attuale (11). Nel 1611 venne realizzata una piccola casa canonica, realizzata dal Parroco Don Giuseppe D’Orta, ad una decina di metri prospiciente all’ingresso attuale (12). A questo punto la storia di questa Chiesa, come detto allorquando si è parlato della Chiesa di San Giovanni Evangelista al Corso Campano, s’intreccia con quella di quest’ultima, che però in parte deve essere accennata per maggior chiarezza. La Chiesa Parrocchiale di San Giovanni a Campo, o di Santa Maria a Campo, essendo situata fuori dall’abitato, aveva il proprio SS. Sacramento e i Sacramentali (cioè gli oggetti sacri per imporre i vari Sacramenti), nella Chiesa di Santa Sofia, come del resto li avevano, anche le altre tre Parrocchie di Giugliano (Sant’Anna, San Marco e San Nicola), prima che venisse fatta nel 1601 una suddivisione del territorio di competenza di ogni Parrocchia (13). Fino a quel momento la suddivisione dei fedeli delle varie Parrocchie avveniva per famiglia, mentre invece il Concilio di Trento (tenutosi dal 1545 al 1563), tra le altre cose, stabilì che ciò dovesse avvenire per territorio (14).
Nel 1623 nacquero alcuni dissidi fra il Parroco di San Giovanni a Campo, Don Pietro Paolo Magliola (Parroco dal 1613 al 1650) ed il clero della Chiesa di Santa Sofia, per cui successivamente egli trasferì il SS. Sacramento e i Sacramentali prima nella Chiesa di Sant’Andrea, poi nella Chiesa parrocchiale di Sant’Anna, ed infine nella Chiesa di Santa Maria Maddalena (tuttora esistente, anche se diruta, accanto al negozio di abbigliamento “The MAN”) (15). Nel 1648, lo stesso Don Magliola, ritenne opportuno avere una propria Chiesa, pertanto iniziò a costruirne una nuova denominata San Giovanni o più comunemente San Giovannello (l’attuale San Giovanni Evangelista) (16). La Chiesa fu terminata nel 1673, e pertanto il 31 dicembre di quello stesso anno, vi furono trasferiti il SS. Sacramento ed i Sacramentali, dall’allora Parroco Don Francesco Pragliola (Parroco dal 1650 al 1688) (17). In seguito, poiché la Chiesa era stata edificata nel limite territoriale della Parrocchia di Sant’Anna, il Parroco di quest’ultima, così come stabilito da un atto rogato dal Notaio Ottavio Cannavale nel 1649, poteva adoperare anch’essa per svolgere le proprie funzioni, disturbando non poco il nuovo Parroco di San Giovanni, Don Nicola Sergio (Parroco dal 1709 al 1736), che fu costretto ad edificare una nuova Chiesa di fronte a quella di Santa Maria Maddalena, sotto il titolo di Maria Incoronata, denominata poi comunemente San Giovanni Nuovo (di cui attualmente non vi è traccia), e trasferendo in essa il SS. Sacramento ed i Sacramentali, il giorno 1 novembre 1724 (18). Dopo pochi anni questa nuova chiesa andò in rovina, per cui l’allora parroco Don Alessandro Micillo (Parroco dal 1736 al 1745), ritenne opportuno ritornare nella Chiesa di San Giovannello, che comunemente fu chiamata di San Giovanni Vecchio, trovando nel contempo un accordo col Parroco di Sant’Anna, così come stabilito dall’atto rogato il 17 Agosto 1745 dal notaio Giuseppe Taglialatela; la Chiesa di San Giovanni Nuovo fu venduta dal Parroco Don Giuseppe Micillo (Parroco dal 1771 al 1786) e destinata ad usi civili (19).
Pertanto è plausibile che l’attuale Chiesa di Maria SS. delle Grazie, fosse stata totalmente abbandonata a se stessa, subito dopo il 1673, allorquando venne terminata l’attuale Chiesa di San Giovanni Evangelista. Infatti, se l’allora Parroco, Don Francesco Pragliola, aveva interesse a tenere di essa un minimo di manutenzione, fin quando non avesse terminata la nuova Chiesa, tale interesse dovette cessare del tutto in tale occasione. Anche Agostino Basile, concorda col dire, che la Chiesa di San Giovanni a Campo, al tempo in cui scrive (1800), era stata per molto tempo chiusa, ed affidata alla custodia di un eremita (20). Successivamente, probabilmente dopo la metà del ‘700, essa si destò dal suo abbandono e riprese a funzionare, grazie alla devozione dei fedeli, di Giugliano e delle contrade limitrofe, verso un affresco quattrocentesco in essa custodito, raffigurante la Madonna delle Grazie, tra i Santi Antonio da Padova e Giovanni Battista, situato nella Cappella a sinistra dell’altare maggiore; essi fecero sì che essa venisse restaurata e che si iniziassero ad officiare le S. Messe (21). Tale affresco è stato restaurato nel 1864 dal pittore Antonio Taglialatela, allorquando per volere del Rettore Don Vincenzo Pennacchio, fu rifatto anche l’altare in marmo posto davanti ad esso; a fungere da ingresso a questa Cappella che in passato era stata abbellita dalla famiglia Chianese (21bis), nel 1927 è stata posta una bella balaustra in marmo, dono della Sig.ra Lina Taglialatela Scafati, nata De Martino, che donò anche alcuni altarini (22), che erano ubicati sotto le arcate della navata, e che recentemente sono stati rimossi; ai piedi della Cappella è posta una botola in marmo decorato con uno stemma nobiliare, presumibilmente della famiglia Chianese, che fa da ingresso alla sottostante cripta, in cui venivano sepolti i defunti. Grazie alle numerose offerte dei fedeli, grazie alla generosità della benefattrice Cecilia Ruffo, la Chiesa fu totalmente restaurata, anche grazie al fervore dell’allora Rettore Don Biagio De Blasio; la Chiesa si dotò così di un nuovo pavimento maiolicato, di una nuova porta, di un organo realizzato dal maestro Biagio di Rosa di Cardito, e di una soffitta a tela in cui erano posti tre dipinti del nostro concittadino, il frate Cappuccino Gregorio Mallardo (23). Due di queste tele sono attualmente conservate nel salone parrocchiale, una rappresentante la predicazione di San Giovanni Battista nel fiume Giordano, e l’altra la Visione di San Giovanni Evangelista nell’isola di Patmos (isola del Mar Egeo citata nel libro biblico dell’Apocalisse) (23bis). Il Rettore De Blasio nel 1804, ricostruì anche la casa canonica (24). Nel 1945 vennero restaurate la cupola, l’abside, le Cappelle laterali e la casa canonica (25).
Il 2 giugno 1945, con Decreto Vescovile di Mons. Antonio Teutonico, Vescovo di Aversa, la Chiesa di Maria SS. delle Grazie, venne elevata a Vicaria Curata, con pieni diritti parrocchiali, e venne nominato Vicario Curato Don Crescenzo Rega (26), però, secondo quanto ribadito da Don Tommaso Cuciniello, essa era seguita anche dal Parroco di Sant’Anna (27).
Nel 1950, il Vescovo di Aversa, Mons. Antonio Teutonico, elevò nuovamente a Parrocchia la Chiesa, con il titolo di Maria Santissima delle Grazie in San Giovanni a Campo, nominando nel contempo quale Parroco, Don Crescenzo Rega (28), che riportò alla luce alcuni antichi affreschi del ‘500, posti nelle Cappelline laterali; inoltre fece abbattere la casa canonica, che nascondeva alla vista la Chiesa, e ne realizzò una nuova sul lato destro e fece costruire anche il Salone Parrocchiale ed il portico presente alla destra della facciata (29).
Il Parroco che gli successe nel 1970, Don Francesco Saverio Russo, eliminò la tela che ricopriva il soffitto, poiché si era deteriorata, e sostituì le vecchie travi in legno, con l’attuale capriata in legno lamellare (30), fece realizzare nel 1989, ad opera dello scultore Romeo Sandrini, il Crocifisso bronzeo che si trova alla sinistra della facciata, posto su un masso di pietra calcarea, ed il portone bronzeo nel 2000, che raffigura l’Annunciazione.
Nell’ultimo periodo in cui è stato Parroco Don Francesco Saverio Russo (deceduto nel 2000), la zona absidale era chiusa per lavori ed era stato tolto l’altare maggiore di marmo. Con l’arrivo di Don Francesco Russo, nel febbraio del 2001, si iniziò ad aprire la zona absidale. Nel 2002 iniziarono i lavori di ristrutturazione per quanto concerne le sale catechistiche. Nel 2005 iniziarono i primi lavori di ristrutturazione della Chiesa e del campanile, al quale vennero installate delle altre campane; in quell’anno avvenne anche la tinteggiatura generale del complesso ecclesiastico. Nel 2007 vi fu un leggero restauro dell’affresco della Madonna delle Grazie, mentre nel 2008 fu realizzato il coro ligneo e l’altare maggiore in marmo. Nel 2010, in occasione dell’Anno Sacerdotale, fu realizzata la retrostante Cappella della Divina Misericordia nella quale è presente una parte del vecchio altare maggiore che fu tolto da Don Francesco Saverio Russo. Nel 2011 furono realizzati i dipinti sulla parete alle spalle dell’altare maggiore, che rappresentano i 4 padri della Chiesa latina, Dio Padre e due angeli, con al centro il preesistente Crocifisso in legno. Nel 2012 venne realizzato l’affresco dei quattro evangelisti sulla zona absidale. Nel 2014 fu realizzata la tela al lato sinistro (per chi guarda) dell’altare, che rappresenta l’Ultima Cena ed il Getsemani (l’orto degli ulivi dove venne arrestato Gesù), mentre nel 2015 fu realizzata la tela al lato destro, che rappresenta la Resurrezione, ed è stato sostituito il pavimento con delle lastre rettangolari di marmo di Assisi rosso e beige, incorniciato da un riquadro in marmo bianco. Le poche maioliche che sono state recuperate dal vecchio pavimento esistente, sono in ristrutturazione; esse saranno utilizzare, si spera, nella Sacrestia. Nel 2016 è avvenuta la decorazione dell’arco trionfale, con i Santi Pietro, Paolo e un cherubino; inoltre sono stati fatte altre decorazioni nelle Cappelline laterali. La Chiesa di Maria Santissima delle Grazie riprese il titolo di Santuario mariano, che già possedeva anticamente, durante il mandato Vescovile di Mons. Antonio Teutonico (1936-1966). Attualmente è in corso il processo di elevazione a Basilica Pontificia Minore.
Descrizione Architettonica
La Chiesa è in stile romanico, con un caratteristico campanile a cuspide, sormontato da un cupolino, e composto da 5 piani. La facciata è caratterizzata da un portale di piperno, che incornicia un portone bronzeo con un retrostante portone in legno. Sul portale spicca un rosone quadrilobato con una vetrata decorata, nella quale è raffigurata la Madonna delle Grazie, incorniciata da 12 stelle (simboleggianti i 12 Apostoli). Molto caratteristico è il portico con cinque arcate a tutto sesto, realizzato sul lato destro della facciata della Chiesa. Passando all’esame dell’interno, la Chiesa è di stile basilicale; ha una sola navata rettangolare lunga 19 metri e larga 8,50 metri, l’abside poligonale con un piccolo coro, e due cappelle laterali simmetriche con volte a botte, di cui, di quella posta a sinistra per chi entra abbiamo già parlato, mentre quella di destra è dedicata al Sacro Cuore di Gesù, di cui c’è una statua in una nicchia che sormonta un antico altare in marmo, probabilmente coevo a quello che prima era l’altare maggiore. Le mura, alte 12 metri, sono di pietra di tufo (31). L’unica navata è scandita da quattro moduli di arcate (la cui retrostante muratura è posta a circa 30 centimetri da esse), sovrastate da ampi finestroni rettangolari che inondano di luce la Chiesa e sulle cui vetrate sono decorate varie scene mariane. Il tetto a capanna, è realizzato, come anzidetto, con capriate di legno lamellare, visibili dall’interno della Chiesa, mentre la zona absidale è coperta da una cupola di ridotte dimensioni, attorniata da finestroni sulle cui vetrate sono decorate varie scene della Passione di Cristo. Sull’ingresso è situata la cantoria (balcone sul quale si collocava l’organo, e che attualmente è utilizzato anche quale postazione del coro in particolari occasioni), mentre ai suoi lati vi sono due Cappelle, in cui sono collocati un Crocifisso ed una statua di San Pio da Pietrelcina. Rilevante anche l’antica acquasantiera a forma di conchiglia, situata in una nicchia, recentemente decorata, posta sulla sinistra al termine della navata. Altri affreschi sono situati all’interno della Chiesa, oltre a quello già citato della Madonna delle Grazie; posto superiormente a quest’ultimo, c’è un affresco raffigurante la Crocifissione coevo al sottostante, mentre un altro, posto nell’arcata precedente alla Cappella della Madonna delle Grazie, e restaurato nel 1898, raffigura la Madonna mentre allatta Gesù Bambino, con un altro bambino in braccio, ed una persona anziana alle spalle.
La Chiesa è di proprietà della Curia di Aversa (più precisamente, dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Aversa).
Cronologia dei Parroci della Chiesa di Maria SS. delle Grazie:
– Rev. Sac. Don Crescenzo Rega, dal 1950 al 12 agosto1970 (32).
– Rev. Sac. Don Raffaele Ciccarelli, dal 1970 al 1972.
– Rev. Sac. Don Francesco Saverio Russo, dal 1972 al 2 luglio 2000.
– Rev. Sac. Don Tommaso Cuciniello, dal 2000 al 25 febbraio 2001, in qualità di Amministratore Parrocchiale, coadiuvato dall’allora Vicario parrocchiale Rev. Sac. Don Leonardo Bruno (attuale Parroco della Chiesa di San Marco Evangelista).
– Rev. Sac. Don Francesco Russo, dal 26 febbraio 2001 ad oggi.
Note:
(1) Cfr. Agostino Basile, Memorie istoriche della Terra di Giugliano, Stamperia Simoniana, Napoli, 1800, pag. 192.
(2) Cfr. Domenco Chianese, Paniscoculi, Tipografia Giannini, Napoli, 1902, pag. 56.
(3) Cfr. Crescenzo Rega, Novena in onore della Miracolosa Immagine di Maria SS. delle Grazie, venerata nella Chiesa di San Giovanni a Campo di Giugliano in Campania, con brevi cenni storici della Chiesa, Tipografia MA.DE.CO., Napoli, 1950, pag. 7.
(4) Cfr. Ibidem.
(5) Cfr. Ivi, pagg. 7, 8.
(6) Cfr. Agostino Basile, op. cit., pagg. 200, 201.
(7) Cfr. D. Antonio Chiarito, Commento istorico-critico-diplomatico sulla costituzione “De istrumentis conficiendis per curiales” dell’imperador Federigo II, Napoli, 1772, pag. 126.
(8) Cfr. Crescenzo Rega, op. cit., pag. 9.
(9) Cfr. A.A.V.V., Campania, Touring Club Italiano, 2007.
(10) Cfr. Tobia Iodice, Trent’anni di furti d’arte a Giugliano, Pro-Loco Edizioni, Giugliano, 2004, pag. 5.
(11) Cfr. Archivio Vescovile di Aversa, Santa Visita del Vescovo Orsini, 1592, pag. 222.
(12) Cfr. Crescenzo Rega, op. cit., pag. 9.
(13) Cfr. Agostino Basile, op. cit., pag. 196.
(14) Cfr. Francesco Riccitiello, Giugliano in Campania – Radici storiche di cultura e civiltà, Ed. Centro Studi A. Taglialatela, Giugliano, 1983, pag. 90.
(15) Cfr. Agostino Basile, op. cit., pag. 197.
(16) Cfr. Ibidem.
(17) Cfr. Ivi, pag. 198.
(18) Cfr. Ivi, pagg. 198, 199.
(19) Cfr. Ivi, pag. 199.
(20) Cfr. Ivi, pag. 194.
(21) Cfr. Ivi, pag. 195.
(21bis) Cfr. Crescenzo Rega, op. cit., pag. 11.
(22) Cfr. Ivi, pagg. 13, 14.
(23) Cfr. Ivi, pagg. 11, 12.
(23bis) Cfr. Agostino Basile, op. cit., pag. 195.
(24) Cfr. Crescenzo Rega, op. cit., pag. 13.
(25) Cfr. Ivi, pagg. 14, 15.
(26) Cfr. Ibidem.
(27) Cfr. Tommaso Cuciniello, Anna tibi templum … La Platea Parrocchiale di S. Anna della Terra di Giugliano, Edizioni Escuela, Giugliano in Campania, 1999, pag. 48.
(28) Cfr. Francesco Riccitiello, op. cit., pag. 89.
(29) Cfr. Ibidem.
(30) Cfr. Ibidem.
(31) Cfr. Crescenzo Rega, op. cit., pag. 9.
(32) Cfr. Francesco Riccitiello, op. cit., pag. 89.
Giugliano in Campania, lì 24.01.2017, Architetto Francesco Taglialatela Scafati di Giuglianesi Orgogliosi