Questa Chiesa è stata in passato oggetto di una lunga battaglia legale, tra due rami della famiglia Taglialatela, circa la sua proprietà, per l’attribuzione della quale si discusse a lungo nelle aule dei Tribunali, finanche in quello della Corte Suprema di Cassazione.
Al termine dell’iter giudiziario la 1^ Sezione Civile della Corte di Appello di Napoli, con sentenza del 7-12 Giugno 1907, passata in giudicato, così dispose: “Dichiara che le due Chiese (Santa Maria Maddalena e Sant’Andrea Apostolo), ed i beni dotalizii delle medesime, costituenti cappellanie laicali, nonché gli arredi sacri e qualunque cespite delle stesse potersi venire a conoscere, spettano per la metà ai discendenti di Marino Taglialatela, morto in Giugliano il 3 Gennaio 1602 e per l’altra metà ai convenuti e discendenti di Filippo Taglialatela (che era stato il cappellano della Chiesa).”
E’ da specificare, a mio parere, che il vero oggetto della lunga ed estenuante battaglia legale, erano, non tanto le Chiese stesse, quanto i cespiti di cui esse erano proprietarie, tra cui ricadevano molti terreni.
La STORIA
Nel 1715 il Sacerdote Don Fabio Sebastiano Santoro, nel suo libro “Scola di Canto Fermo”, affermò che nel 1673 vennero trasferiti nella Chiesa del Santissimo Sacramento (l’attuale Chiesa di San Giovanni Evangelista, iniziata ad edificarsi nel 1648), allora denominata anche Chiesa di San Giovannello, oppure di San Giovanni Vecchio, sia il S.S. Sacramento, che i Sacramentali, che per un arco di tempo erano stati custoditi anche nella Chiesa di Maria Maddalena, che fino ad allora si trovava nel distretto della Parrocchia di Sant’Anna. Ancora, asserì il Santoro, che detta Chiesa di Santa Maria Maddalena, congiuntamente ad un’altra intitolata a Sant’Andrea Apostolo, posta lungo il Corso Campano, accanto a via Mariantonia Chianese (il vicoletto accanto alla Scuola Media G.B. Basile), era beneficiale della famiglia Taglialatela, con la differenza che solo quella di Sant’Andrea era consacrata.
Nel 1800, il Reverendo Don Agostino Basile nel suo libro “Memorie Istoriche della Terra di Giugliano”, dedicato al Principe di Stigliano ed Alliano, Don Andrea Colonna, anche affermò quanto già ribadito dal Santoro, circa la natura beneficiale della Chiesa di Santa Maria Maddalena, congiuntamente con quella di Sant’Andrea Apostolo.
Il Basile asserì, che la stessa famiglia Taglialatela, proprietaria della Chiesa di Sant’Andrea Apostolo, era “padrona” anche della Chiesa di Santa Maria Maddalena ed affermò di aver trovato dei documenti che asseriscono che nel 1578 un certo Scipione Taglialatela fece a beneficio di detta Chiesa un legato. Un altro legato fu fatto nel 1595 da Marino Taglialatela, figlio ed erede di detto Scipione. Sempre il Basile asserì che da un processo della Curia Aversana, si evinceva che detta Chiesa di S. Maria Maddalena, esisteva sicuramente già nel 1453. Infine, concluse il Basile, nel 1795, Don Michele Taglialatela, cappellano della Chiesa, effettuò un’ampia ristrutturazione della stessa.
La Chiesa di S. Maria Maddalena è posta lungo il Corso Campano, al civico 213, nei pressi del Municipio di Giugliano.
Essa è costituita da un’unica navata, ha un tetto in legno a due falde e mostra un solo fronte libero, lungo il Corso Campano, articolato in un unico livello, configurato a capanna.
Secondo uno dei più classici schemi compositivi, la facciata era caratterizzata lateralmente da due piatte lesene ioniche, a fusto scanalato, poste su piedistalli a cippo, crollate da alcuni anni e non più sostituite dai recenti lavori di restauro. In alto, vi è il frontone triangolare, con un oculo ellittico al centro del timpano che chiude la lineare composizione.
Essa ha un unico ampio ingresso, con portone in legno lavorato a riquadri e scalinate in basalto dalla pianta curvilinea. In asse con l’ingresso era posta una finestra rettangolare, perimetrata da una incorniciatura di intonaco (anch’essa crollata da alcuni anni e ricostruita diversamente). Alla sommità del timpano vi era un piccolo campanile che venne abbattuto circa 30 anni fa perché pericolante. Essa è chiusa al Culto da circa 40 anni.
Internamente la pianta è rettangolare, ed è di modeste dimensioni. L’altare, di cui attualmente permane solo la struttura in muratura, ha alle sue spalle una semplice nicchia profonda circa 30 centimetri, sormontata da un arco a tutto sesto. Sui due lati della navata sono presenti 3 nicchie della stessa tipologia, sormontate da ampi finestroni, in gran parte murati.
Sottostante la Chiesa vi è un’ampia Cripta, da cui si accede da un’apertura posta sul pavimento al centro della navata, attualmente ben visibile, poiché il marmo che la chiudeva è andato distrutto ed in cui fino alla realizzazione del Cimitero di Giugliano, avvenuta negli anni 1840-1841, venivano seppelliti i defunti, soprattutto della famiglia Taglialatela, fra cui lo stesso Marino Taglialatela, così come riportato nell’albero genealogico della famiglia Taglialatela Scafati, di cui egli è il capostipite.
Sulla parete di fondo, in alto, è dipinta la scritta: “Haec est domus dei et porta coeli” (Questa è la casa di Dio e la porta del Cielo). Frase tratta dall’Antico Testamento (Genesi, 28; 17).
Sopra tale frase vi è un bellissimo affresco rappresentante due angeli che venerano un agnello che sventola una bandiera su cui è disegnata una Croce. Ciò indica una particolare immagine della simbologia dell’arte ecclesiastica rappresentante il Cristo.
Sottostante il tetto in legno, vi era una volta affrescata, crollata in gran parte da alcuni anni (e non più sostituita dai recenti lavori), realizzata principalmente per apporvi le decorazioni, che aveva uno spessore molto ridotto, di circa 20 centimetri. Su di essa poteva ammirarsi un affresco rappresentante Gesù, nella “Lavanda dei piedi”, datato 1720. Esso era ispirato alla “Lavanda dei piedi” raccontata nel Vangelo di LUCA, Capitolo 7: “Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e stando dietro, presso i suoi piedi, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.” Tale peccatrice viene generalmente identificata con Maria Maddalena.
Maria Maddalena, detta anche Maria Magdalena (come riportante anche in una scritta sulla volta della Chiesa), o anche Maria di Magdala, è stata, secondo il Nuovo Testamento, un’importante discepola di Gesù; essa è venerata come santa dalla Chiesa Cattolica, che celebra la sua festa il 22 luglio.
La sua figura viene descritta anche nei Vangeli apocrifi (cioè i Vangeli non canonici). Il nome Maddalena non è di facile interpretazione. Un’ipotesi ne fa derivare il nome da Migdal, una piccola cittadina sulla sponda occidentale del Lago di Tiberiade, detto anche Mar di Galilea, in Israele.
La Chiesa di Santa Maria Maddalena è di proprietà dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Aversa (ossia la Curia), ma il Comune di Giugliano con la nota prot. n. 55.090 del 31.10.2013 chiese alla Curia di regolamentarne l’utilizzo e la gestione e con la Delibera della Commissione Straordinaria n. 61 del 14.04.2014 approvò uno schema di Convenzione, mediante il quale né acquisì la Concessione d’Uso, unitamente alla Chiesa di San Rocco ed alla Chiesa delle Concezioniste (tutte sconsacrate).
Il restauro di detta Chiesa, unitamente con quella di San Rocco e delle Concezioniste, rientrava nei lavori previsti dal PROGETTO PIU’ EUROPA che hanno interessato il centro storico di Giugliano e secondo tale progetto essa dovrebbe essere destinata ad attività socio-culturali. I lavori di restauro della Chiesa di Santa Maria Maddalena iniziarono il 17 gennaio 2018, ma dopo solo due mesi furono sospesi per più di un anno, poiché mancavano alcune autorizzazioni da parte della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Patrimonio Storico di Napoli e del Genio Civile di Napoli. Essi sono stati poi ripresi solo nell’estate 2019 ed attualmente sono in via di ultimazione.
Francesco Taglialatela Scafati