La Chiesa è dedicata a Santa Sofia, che fu protettrice di Giugliano dal 1526 al 1622, poichè nell’antica Chiesa sul cui luogo venne edificata, come diremo in seguito, era venerata, appunto Santa Sofia.
Essa si erge, tangenzialmente al Corso Campano, sull’antistante Piazza Giacomo Matteotti, ex Piazza Mercato fino al secondo dopoguerra, allorquando venne intitolata al deputato Socialista, Giacomo Matteotti, assassinato nel 1924 da una squadra fascista.
Detta Piazza era denominata “Largo di Santa Sofia” o anche “Largo del Palazzo” (da cui la denominazione popolare “mmiez ò palazzo”) o anche “Largo del Mercato”, poiché un tempo vi si svolgeva il mercato (1). C’è da dire, che questa Piazza, dal 1919 al 1930 venne adibita quale primo Mercato Ortofrutticolo di Giugliano, da cui la denominazione di “Piazza Mercato”, vigente fino al dopoguerra. Su tale piazza si distingue lo stupendo cinquecentesco Palazzo Baronale (di cui si parlerà a parte).
La Chiesa di Santa Sofia, la cui costruzione iniziò alla fine del XVI, secolo (2), venne ultimata sicuramente nell’anno 1636, come testimoniato da una lapide , posta esternamente, a sinistra dell’ingresso, allorquando il Papa Urbano VIII, il 22 novembre 1636, concesse alla Chiesa Collegiata di Santa Sofia (così come anche a quella dell’Annunziata), la possibilità di poter celebrare i funerali, dei defunti che in essa sarebbero stati tumulati, ai sacerdoti presenti in detta Chiesa, senza che i vari parroci, potessero intervenire (3), benché essa non fosse parrocchia.
Essa venne edificata sul luogo ove prima sorgeva una piccola Chiesetta dedicata al Corpo di Cristo, così come attesta un atto notarile del 1578, in cui però si venerava Santa Sofia (4). Attualmente alla Congrega del Corpo di Cristo, è riservata la piccola Cappella, alla sinistra del portale d’ingresso della Chiesa di Santa Sofia. La Congregazione del Corpo di Cristo, è considerata la più antica di Giugliano, infatti la sua fondazione risale alla metà del XVI secolo (5).
Nel Chiostro del Convento di Santa Maria delle Grazie di Giugliano (il Convento dei Monaci) di viale San Francesco d’Assisi, si può ammirare un affresco dipinto da ignoto, nell’anno 1630 circa. Affresco che rappresenta Giugliano, vista dal tetto del Convento. Esso rappresenta la più antica e preziosa “fotografia” della città. Al centro si possono osservare la Chiesa di Santa Sofia (senza la cupola, allora in costruzione), con il campanile posto accanto alla facciata principale della Chiesa, ed il Palazzo Baronale.
Il progetto dell’impianto fu di Domenico Fontana, che probabilmente si ispirò alla Chiesa di Sant’Andrea della Valle a Roma (6).
La facciata della Chiesa, si contraddistingue per il maestoso, e riccamente decorato, portale in piperno, con il sovrastante finestrone rettangolare centrale, sormontato da un timpano triangolare, nonché per i due ordini sovrapposti (tuscanico e ionico) di paraste, che culminano con un timpano triangolare. Il tetto è a capanna.
Passando all’esame dell’interno, la Chiesa di Santa Sofia si presenta secondo una pianta a croce latina, ad unica navata, con una cupola su un ampio transetto terminante con un ampio abside rettangolare. Essa, è in stile barocco-rococò, ed è sicuramente una delle più riccamente decorate dell’area a nord di Napoli; la sua navata è scandita da cinque moduli di arcate per ogni lato, racchiuse da paraste di ordine composito, che fungono da ingresso ad altrettante Cappelle. Esse per la presenza di opere inerenti, sono dedicate nell’ordine: quelle a destra dell’ingresso a San Pietro, a Sant’Antonio da Padova, alla Madonna di Monte Serrato, a San Giuseppe, a Santa Maria Maddalena e al Crocifisso; mentre quelle a sinistra sono dedicate alla Madonna Assunta, a San Paolo, a San Giuliano, alla Madonna Addolorata e all’Immacolata Concezione. La Cappella di San Giuliano, alla quale nulla manca per essere una comoda Chiesa, è sormontata da una cupola, e venne eretta nel 1631 dal popolo giuglianese quale ringraziamento al Santo che aveva protetto la città da una violenta eruzione del Vesuvio avvenuta in quell’anno (7). La Cappella, gioiello di arte barocca, fu edificata in occasione dell’arrivo in città delle reliquie del Santo da Sora; in essa si conservano anche le reliquie di vari altri Santi. Il 15 maggio 1622, San Giuliano venne acclamato, quale Patrono di Giugliano.
La Chiesa è ornata di bellissimi stucchi di grandi autori, tra i quali il grande pittore, scultore ed architetto napoletano Domenico Antonio Vaccaro, che dal 1730 al 1745, venne incaricato di completarla; a lui si devono anche la ridecorazione in stucchi dell’interno e il disegno del pulpito in marmo (8).
Nell’abside si ammirano degli affreschi del pittore Domenico Viola del 1692 e del 1693 (9), raffiguranti, sulla parete a sinistra dell’abside “Il ritorno degli esploratori dalla Terra Promessa”, mentre sulla parete di destra “L’offerta dei pani e del vino all’Imperatore Costantino”. Ai lati della parete di fondo, sono raffigurati i Santi Giuliano e Giuliana, mentre al centro della parete, vi è una tela raffigurante Santa Sofia della bottega del Viola (10). Ai lati dell’abside vi sono due Cappelle, quella di destra è dedicata a San Tommaso, e quella di sinistra è dedicata al Sacro Cuore di Gesù. All’estremità destra del transetto, vi è l’altare della Congregazione del Corpo di Cristo, con alla sommità un dipinto raffigurante l’Ultima Cena, opera di Girolamo Muziani, mentre a sinistra vi è l’Altare del Rosario, sormontato dalla tavola della “Madonna del Rosario”, opera di Fabrizio Santafede del 1579 (11).
I marmi intarsiati dell’altare maggiore furono posti nel 1693, a spese del marchese di Francavilla Francesco Grillo, il quale nel 1691, aveva acquistato il Feudo di Giugliano (12).
Completano la zona absidale alla sua sinistra, l’altare dei sacerdoti, ove venivano seppelliti i sacerdoti che prestavano servizio nella chiesa, prima dell’editto napoleonico del 1804 che istituì i cimiteri, mentre alla sua destra vi è l’altare dei Santi Stefano e Lorenzo, eretto nel 1614 per volere del giuglianese Bernardino Mariano, alla cui sommità si segnala il dipinto con la Madonna del Carmine tra i Santi Stefano e Lorenzo, dipinto nel 1614 da Cesare Calense (13).
Del 1720 è l’organo seicentesco in legno realizzato dal giuglianese Fabrizio Cimino, simile a quello realizzato dallo stesso a Montecassino (14).
Fra gli autori dei numerosi affreschi che adornano la Chiesa citiamo Nicola Cacciapuoti, nostro concittadino a cui si devono le tele presenti sul soffitto della chiesa, raffiguranti varie scene bibliche e religiose, realizzate nel 1755 (15). Mentre al 1736 risalgono quelle realizzate dallo stesso Cacciapuoti nella Sacrestia: “L’adorazione dei Magi”, posta sopra alla porta d’ingresso, “L’andata al Calvario”, posta sulla parete di fronte, “La resurrezione di Cristo” al centro del soffitto (16).
Sulle pareti laterali della Sacrestia possiamo ammirare altri dipinti, realizzati agli inizi del XVIII secolo, da un altro pittore, nostro concittadino, Aloisio Cacciapuoti, allievo di Francesco Solimena (17).
In alto a sinistra, dell’ingresso della Chiesa, vi è dipinta, probabilmente opera dello stesso Cacciapuoti, una piccola tela, raffigurante quello che poi sarà lo schema dello stemma del Comune di Giugliano. Essa raffigura un giovinetto che dorme sulle sponde di un lago, con alle spalle tre colline. Notevole è anche il pavimento maiolicato.
Il campanile venne costruito nel 1776 su disegno di Nicola Campitelli e ultimato nel 1785 (18). Esso sostituì il vecchio campanile esistente. Una lapide apposta alla base del nuovo campanile, nel 1777, ci narra del fatto che il vecchio campanile, che si ritiene sia stato diverso dall’attuale, venne demolito e ne venne iniziata la costruzione di un altro che fu posto al centro del Corso Campano, che all’epoca, era poco più che un vicoletto, sul fianco meridionale della Chiesa. Per compiere tale operazione furono abbattuti gli edifici dove erano ubicati gli oratori (18 bis). Come abbiamo accennato precedentemente, il vecchio campanile era ubicato accanto alla facciata della Chiesa.
Nel 1794 la pavimentazione del Corso Campano venne rifatta per volere di Ferdinando IV Re di Napoli, come si legge su una lapide posta su pietra, esternamente sul lato della chiesa, prospiciente al Corso Campano. Nel 1898, quindi, il campanile venne smontato e rimontato (ancora oggi si può osservare che molte pietre che lo costituiscono sono numerate), per allineare il Corso Campano, e fu posto sul lato posteriore della Chiesa, staccato da essa, dove si trova attualmente (19). Il campanile, che ha 4 livelli, è di piperno e mattoni di argilla ed ha posti sulla base tre bassorilievi provenienti da l’antica Cuma, raffiguranti “il sole radiante”, “la donna pregna dormiente” (divenuta in seguito il simbolo della città), e “Santa Sofia”. Nel maggio del 1994 essi vennero trafugati e successivamente sostituiti dalle copie che attualmente possiamo ammirare, su iniziativa della Pro Loco. La Chiesa era sovrastata da una bellissima cupola, così descritta da Agostino Basile, nelle sue “Memorie Istoriche della Terra di Giugliano”, alla pag. 211, così la descrive: “ha un’alta cupola di bellissima struttura, coperta di mattoni petenati di vari colori”, cioè con mattoni rigati, che durante la Seconda Guerra Mondiale venne gravemente danneggiata. Nel dopoguerra essa venne ricostruita, dal Genio Civile, ma non proprio come il modello originario (20), soprattutto per quanto riguarda la lanterna, che era sormontata da una cupoletta bizantineggiante. Nonostante ciò, anche l’attuale cupola, rivestita di maioliche verde-giallo, dona all’edificio ecclesiastico un tono armonioso.
Da evidenziare il fatto che nel 1714 nella Chiesa, prestassero servizio ben 24 sacerdoti, addetti al servizio liturgico (21), che dimoravano in un fabbricato attiguo alla Chiesa, mentre adesso ce ne sono solo un paio.
L’evento sismico che interessò l’Irpinia, ed in minima parte Giugliano, il 23 novembre 1980, provocò seri danni alla parte superiore della facciata principale della Chiesa. Negli anni successivi vennero effettuati interventi d’urgenza, eseguiti però in maniera alquanto maldestra; infatti il timpano, venne abbassato di 70/80 centimetri in mezzeria, ed alzato sui due lati di 50 centimetri circa. Nel 1997 furono completati i lavori di restauro della facciata, che l’Amministrazione Comunale, aveva affidato all’arch. Giuseppe D’Ausilio nel 1992. Egli studiò i rapporti dimensionali che utilizzava nel ‘500 l’architetto Jacopo Barozzi da Vignola, comunemente detto il Vignola, per risalire alla reale altezza e inclinazione del timpano, e quindi della Chiesa. Proprio nello studio della facciata, avendo eseguito un rilievo certosino, si imbatté nella reiterazione dello stesso numero, il 5. La facciata principale della Chiesa, presenta attualmente una lunghezza pari alla sua altezza (22).
Negli anni successivi, sono poi state restaurate le facciate laterali e posteriore, nonché è stato ridisegnato il chiostro interno, con una nuova pavimentazione, lavori anche questi affidati all’arch. Giuseppe D’Ausilio.
Il portone ligneo, in essenza di castagno dell’ingresso principale, risalente al 1680, fu realizzato da D.A Basile, così come il recente restauro ha evidenziato. I lavori per il suo restauro, sono stati effettuati negli anni 2011 e 2012 su progetto dell’arch. Giuseppe D’Ausilio e dell’artista Pino Faiello. Essi hanno sostituito il rivestimento del fronte esterno del portone, con 72 piastrelle in rame ossidato, su 12 laterali delle quali, sono riportati dei passi significativi del Vangelo. Nella parte superiore del portone sono state sovrapposte, ad esse, due figure stilizzate in rame, che riprendono due dipinti posti all’interno della Chiesa che raffigurano San Giuliano e Santa Sofia (23).
La Chiesa possiede un ampio giardino retrostante, che prima veniva utilizzato dai Sacerdoti presenti in essa, per passeggiare, mentre attualmente, dopo che una parte è stata da tempo adibita a campo di calcio, viene utilizzato per le attività sportive dai giovani dell’Associazione di Azione Cattolica San Gerardo Majella, che proprio quest’anno compie 90 anni dalla sua fondazione, risalente al 1926, come “Società Cattolica Giovanile” interparrocchiale di Giugliano (24).
Da ricordare infine che, così come recita anche una lapide posta esternamente sul lato destro dell’ingresso dall’Amministrazione Comunale di Giugliano nel 1997, anno in cui è stato terminato il restauro esterno della Chiesa, in essa, il 23 febbraio 1632, venne sepolto il famoso scrittore Giovan Battista Basile, autore de “lo Cunto de li Cunti”, nato a Giugliano il 15 febbraio 1566. La Chiesa è infatti di proprietà del Comune di Giugliano.
Cronologia dei Rettori della Collegiata di Santa Sofia dal ‘900:
Rev. Sac. Don Orazio De Blasio – dal 1910 al 1920.
Rev. Sac. Mons. Gaetano Taglialatela Scafati – dal 1920 al 1932.
Rev. Sac. Don Aniello Morlando – dal 1932 al 1936.
Rev.mo Can. Don Francesco Saverio Quaranta – dal 1936 al 1944.
Rev. Sac. Don Carmine Ciccarelli – dal 1944 al 1953 (lo stesso in seguito fu nominato Parroco a Parete, e poi di nuovo a Giugliano, nella Chiesa di San Giovanni Evangelista).
Rev. Sac. Don Michele Pugliese – dal 1953 al 2009 (25).
Rev. Sac. Mons. Luigi Ronca – dal 2010 ad oggi.
Note
1) Cfr. Agostino Basile, Memorie istoriche della Terra di Giugliano, Napoli, 1800, p. 31.
2) Cfr. Agostino Basile, Op. cit, p. 209.
3) Cfr. Francesco Riccitiello, Giugliano in Campania – Radici storiche di cultura e civiltà, Ed. Centro Studi A. Taglialatela, Giugliano, 1983, p.102.
4) Cfr. Agostino Basile, Op. cit, p. 207 e segg.
5) Cit. A.A.V.V., Guida Storico Artistica di Giugliano in Campania, Ed. Pro Loco, Giugliano (NA), p. 72.
6) Cit. Agostino Basile, Op. cit, p. 211.
7) Cfr. Agostino Basile, Op. cit, pp. 219 e 220.
8) Cit. Benedetto Gravagnuolo, Fiammetta Adriani (a cura di), Domenico Antonio Vaccaro, Sintesi delle arti, Ed. A. Guida, Napoli, 2005.
9) Cfr. Agostino Basile, Op. cit, p. 216.
10) Cit. A.A.V.V., Op. cit., pp. 73 e 75.
11) Cit. A.A.V.V., Op. cit., p. 78.
12) Cfr. Agostino Basile, Op. cit, p. 214.
13) Cit. A.A.V.V., Op. cit., pp. 73 e 75.
14) Cfr. Agostino Basile, Op. cit, p. 213.
15) Cfr. Agostino Basile, Op. cit, p. 212.
16) Cfr. Agostino Basile, Op. cit, pp. 224 e 225.
17) Cit. A.A.V.V., Op. cit., p. 77.
18) Cfr. Agostino Basile, Op. cit, p. 228. 18 bis) Cfr. Agostino Basile, Op. cit, pp. 206-207.
19) Cfr. Francesco Riccitiello, Op. cit, p. 101.
20) Cfr. Francesco Riccitiello, Op. cit, p. 102.
21) Cfr. Agostino Basile, Op. cit, p. 226.
22) Archivio privato arch. Giuseppe D’Ausilio.
23) Archivio privato arch. Giuseppe D’Ausilio.
24) Cfr. http://www.acsangerardo.it/. Ultimo aggiornamento 02.11.2016.
25) Cfr. Francesco Riccitiello, Op. cit, pp. 160 e 161. Però c’è da rilevare, che secondo le ricerche effettuate dallo scrivente, Don Gaetano Taglialatela Scafati morì il 18.03.1930, per cui, ritenendo per esatti i dati del Riccitiello, che peraltro era uno scrupoloso studioso, si può ipotizzare che vi sia stato un periodo di assenza della nomina del Rettore, dato il particolare periodo storico, in cui ciò è avvenuto, oppure che vi sia stato un semplice errore di trascrizione, per cui il 1932, deve intendersi quale 1930.
Legenda della pianta
1) Cappella di San Pietro.
2) Cappella di Sant’Antonio da Padova.
3) Cappella della Madonna di Monte Serrato.
4) Cappella di San Giuseppe.
5) Cappella di Santa Maria Maddalena e del Crocifisso.
6) Altare della Congregazione del Corpo di Cristo.
7) Cappella del Sacro Cuore di Gesù.
8) Altare dei Sacerdoti.
9) Abside.
10)Altare dei Santi Stefano e Lorenzo.
11) Cappella di San Tommaso.
12) Sacrestia.
13) Altare del Rosario.
14) Cappella dell’Immacolata Concezione.
15) Cappella dell’Addolorata.
16) Cappella di San Giuliano.
17) Cappella di San Paolo.
18) Cappella della Madonna Assunta.
19) Sede della Congrega del SS. Corpo di Cristo.
Francesco Taglialatela Scafati