Scelte di stile su cui riflettere. Durante la campagna elettorale mentre Antonio Poziello, era intento a rispondere con argomenti e con un programma definito in oltre 100 pagine, dall’altra parte c’era chi metteva in piedi un vero e proprio esercito di profili fake.
Mentre c’era chi pensava a progettare per il bene del Comune, chi anche se nei suoi errori umani si impegnava a metterci la faccia cercando di trovare soluzioni, dall’altra parte c’era chi non faceva che trovare modi di distruggere l’avversario in maniera sporca.
Un esercito di profili falsi ha fatto e continua a fare il giro del web, a sostegno del candidato Pirozzi. Profili che spesso e volentieri non fanno altro che insultare, talvolta in maniera volgare tutti quanti si mostrano a sostegno del loro avversario, compresi candidati consiglieri.
Una così decantata “trasparenza” che però non vede i suoi risultati in campagna, figuriamoci in una futura carica. Una partita giocata dietro immagini e profili falsi, un esercito di tifosotti, senza identità che di certo non fanno fare una buona figura al candidato.
Se questa è la scelta di una comunicazione elettorale, non si osa immaginare le scelte future che riguarderanno il bene della comunità.
In ambito tecnico, le persone che si nascondono dietro le tastiere per fomentare odio e mettere zizzania sono chiamati “haters” (odiatori). Una mossa fatta di attacchi, offese e maleducazione che profuma di tutto tranne che di bene.
Se adesso, piuttosto che programmare e progettare si sceglie di infangare il nome dell’altro, sperando in qualche voto in più, allora proprio non si sa cosa “si deve” realmente a Giugliano.