Con le scuole chiuse il pensiero non può che andare a loro. Ai bambini, involontariamente coinvolti in un momento difficile, critico per tutto il Paese. Il ruolo della scuola è fondamentale e va garantito a prescindere da tutto. Come accaduto per il V Circolo Didattico dove la dirigente Sabrina Zinno e le docenti hanno predisposto un sistema di lezioni a distanza. Lo hanno fatto perché era doveroso farlo, per non abbandonare quei bambini costretti oggi a limitare ogni contatto tra di loro. Anche i più semplici. E proprio per questo non possono, non devono rimanere soli: ” Era il 4 marzo – ha detto la dirigente Zinno – quando è stata annunciata la sospensione delle attività didattiche. L’indomani mattina ho inoltrato un messaggio sul gruppo whatsapp ai docenti collaboratori dello staff e ai docenti coordinatori dei consigli di interclasse. Dopo meno di un’ora erano tutti lì ad aspettarmi, nella nostra aula digitale (a quel tempo ci si poteva ancora riunire con le dovute distanze ed evitando assembramenti), quella che abbiamo realizzato con i fondi dell’azione 7 del PNSD (Piano nazionale scuola digitale)”.
“Io non ho fatto molto – ha proseguito – ho illustrato velocemente le indicazioni contenute nel DPCM del 4/3/2020, loro erano già all’opera, condividevano attraverso il nuovo monitor interattivo le risorse messe a disposizione dal Ministero dell’istruzione. Hanno fatto tutto loro, i meravigliosi docenti del V Circolo di Giugliano, si sono rimboccati le maniche e nei loro occhi non leggevo il panico, il disorientamento ma solo una gran voglia di fare ed attrezzarsi per offrire tutto quanto possibile alle nostre bambine e ai nostri bambini”.
Ad oggi il racconto dell’offerta della didattica a distanza del V circolo è questo. Tutti i docenti stanno utilizzando le risorse disponibili sul registro elettronico Argo (quotidianamente vengono offerte dal produttore nuove risorse per la didattica a distanza). Sulla bacheca vengono caricati e condivisi con i genitori materiali di studio, link a video lezioni. Alcune insegnanti di classe quarta hanno realizzato la classe virtuale con skype , altre con bismart classroom, per alcune classi terze la classe virtuale è stata realizzata con classroom di google dalla app G-suite. Tutti i docenti in collaborazione con i genitori rappresentanti hanno provveduto a realizzare la creazione di gruppi whatsapp di classe e la creazione di gruppi chiusi su facebook per poter condividere videochiamate e immagini. “Le docenti della scuola dell’infanzia – ha detto la dirigente – si sono organizzate fin da subito, hanno condiviso la storiella dello gnomo che sa far comprendere il coronavirus, i bambini hanno disegnato gnomi, i genitori hanno aiutato loro a scattare foto e inoltrare l’immagine utilizzando l’applicazione Cloud di google”. Ci si è dovuti adattare di volta in volta alle disposizioni governative: “In un primo momento – avevamo organizzato la consegna dei libri e dei quaderni lasciati a scuola, imbustati con tanto di nome e cognome, ma le ultime disposizioni hanno reso impossibile attuare l’organizzazione prevista per lunedì scorso. Faremo di tutto per organizzarci nel rispetto delle raccomandazioni. Alle nostre bambine, ai nostri bambini non deve mancare niente, il libro, le videochiamate dell’insegnante, i like al disegno pubblicato sul gruppo chiuso di facebook”. L’emergenza è evidente ma non ci si può fermare: “Questo – ha sottolineato – è un tempo difficile, di grande disorientamento e sono fermamente convinta che al personale sanitario che sta dando fondo a tutte le migliori risorse per affrontare l’emergenza virus, segue l’impegno di educatori e insegnanti che con la loro presenza virtuale sapranno donare momenti di “normalità” entrando in centinaia di case popolate da nonni, genitori, bambini, “costretti” a stare insieme in un modo tutto nuovo. Un modo diverso che evoca valori di unione, solidarietà, senso della famiglia in un momento come questo in cui affiora nelle menti di ognuno il terrore di perdere le certezze che ad oggi hanno accompagnato la nostra vita”.
Non c’è una linea unica, l’offerta è diversificata perché mai come in questo momento si evidenzia la disomogeneità di risorse, le disparità sociali e culturali si fanno sentire a gran voce: “C’è chi non ha lo strumento digitale – ha chiarito – chi non ha la connessione, chi non ha la competenza ad utilizzare velocemente le applicazioni proposte e chi non ha ‘la capa’ e per questi ultimi direi a giusta ragione. E allora le maestre entrano nelle loro case con una videochiamata, un messaggino in chat, un atto d’amore per quei figli che sentono come propri. Un gesto per comunicare che l’epidemia non ferma l’amore, la solidarietà. Tutto può continuare e anzi, tra poco, tutto tornerà alla normalità. Speriamo al più presto”.